
L'editoriale dello scrittore Marco Marsullo sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno: Con un invito particolare ai tifosi del Napoli: godersi l'attimo, un pò come bisognerebbe fare nella vita di tutti i giorni. Vi osservo attentamente, tifosi. Io che ho una fede di un altro colore e con voi divido la mia città, Napoli. Io vi osservo e a volte non capisco, mi lasciate perplesso. A volte fatico persino a starvi dietro. Una settimana siete da scudetto, quella dopo siete la rappresentativa locale di Castelluccio di Norcia. Lo so bene che il calcio da queste parti è viscere e tachicardia, il Napoli per voi vale più di una gamba o di un polmone, e fin qui va bene. Una tifoseria come la vostra fa invidia al mondo intero, il San Paolo è una bolgia che come da nessuna parte sul globo è decisiva per la propria squadra. Ma voi dovete capire che un tubetto di dentifricio, quando è finito, è finito. Che dopo averlo spremuto da sotto, dal centro, e averlo arrotolato su se stesso quelle tre, quattrocento volte, va cambiato. Con sommo dispiacere, certo, perché ai tubetti di dentifricio ci si affeziona quasi (e inspiegabilmente) in maniera morbosa. Ma è una cosa che va fatta. Ve lo dico con affetto, perché non mi siete antipatici, anzi, però basta guardare la vostra difesa per capire che negli ultimi due anni e mezzo state beneficiando di quello che la Chiesa cattolica, laddove avesse un abbonamento Sky, omologherebbe come miracolo. Aronica, Campagnaro, Cannavaro. Prendiamo Aronica. Un difensore che ha imparato i fondamentali nel dopoguerra, quando il credo difensivo era uno e uno soltanto: uccidere l’attaccante. E con Aronica siete arrivati agli ottavi di Champions League, dove per poco non facevate fuori il Chelsea. Con Aronica, eh. Che equivale a vincere un gran premio di formula 1 con una Ritmo. A centrocampo ve la prendete sempre con Dzemaili. Blerim Dzemaili, cari tifosi azzurri, dovete pensarlo un po’ come quello zio che a Natale vi regala il pigiama, la cravatta, il libro di Paulo Coelho, insomma: una cara persona, ma da cui non vi aspettate nulla di iperbolico. In attacco l’alternativa al duo Cavani-Pandev, oltre al talentuoso ma acerbo Insigne, si chiama Edu Vargas. Ecco, Vargas farebbe la riserva persino in una squadra di dieci giocatori. La sua azione più bella è stata la foto con alle spalle il Vesuvio, il giorno dell’arrivo. Per farla breve, il mio consiglio è uno: godetevi la resurrezione. Cinque anni fa i vostri idoli erano il Pampa Sosa e Inacio Pià. Di strada ne avete fatta, no? E non prendetevela con De Laurentiis. Prima beatificate (giustamente) il vostro bilancio a posto, e poi volete in rosa top players da cinque milioni d’ingaggio l’anno. E no. Siete tornati protagonisti in Italia e in Europa, abbiate pazienza e credete nel progetto. Non viviamo più in un’epoca di miti, e quello di Maradona è ormai lontano. Viviamo nell’epoca dei bilanci in rosso e del fair play finanziario. Cari tifosi azzurri ve lo dico da infiltrato, fidatevi di me, e lasciate pure che Insigne sbagli qualche gol sotto porta senza incazzarvi troppo: Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette.