C'è un attacco camorristico al Napoli? Qualcuno ha preso di mira il club azzurro? E' la domanda che sorge spontanea nell'apprendere che dopo il furto in casa Cavani, la rapina dell'auto a lady Hamsik ed il principio d'incendio all'hotel che ospita i ritiri della squadra si aggiungerebbe adesso anche una rapina a mano armata ad Ylenia Screpante, la fidanzata di Lavezzi. Quattro episodi che colpiscono il Napoli. Incredibile, poi, che tra le vittime ci siano proprio i tre gioielli azzurri. L'ultimo caso, ancora non ufficializzato da una denuncia, lo avrebbe rivelato la stessa Ylenia, con due post sul proprio profilo Twitter, evidenziati dal portale SoccerMagazine prima che fossero cancellati: "…poi dicono che in Argentina non ci sia sicurezza. Napoli città di merda. Mi hanno rapinata il Rolex a mano armata". La stessa Ylenia, replicando ad un tifoso del Napoli che si era offeso per come la ragazza aveva definito la città e le aveva ricordato che Lavezzi è trattato come un Dio, avrebbe rincarato la dose: "Non mi importa, se mi succede qualcosa, il mio fidanzato se ne va da qua. E io non voglio essere un Dio!". Un botta e risposta immortalato con una foto dalla redazione di SoccerMagazine. Al momento non si sa di più, ma sembra improbabile che la ragazza sudamericana possa essersi inventato tutto di sana pianta o che un pirata informatico sia riuscito a violare il suo profilo Twitter. Quello che è certo è che a Napoli il problema sicurezza non va sottovalutato. E' vero che ci sono giocatori rapinati in altre città (a Roma e Milano, in particolare), ma qui oggettivamente c'è una nuova escalation di rapine, furti e scippi che prende di mira tutti: dalla casalinga che fa la spesa sotto casa al crocerista (ricordiamo che uno fu ucciso per l'orologio appena sei mesi fa) appena sbarcato al porto. E non voglio sentire commenti tipo "quella girava con il Rolex, e allora che cosa va trovando?", perché in una città civile si ha il diritto di andare per strada come si pare. E comunque non dimentichiamoci che purtroppo, a torto o a ragione, Napoli e i napoletani partono con un handicap: un'immagine negativa che ci accompagna da sempre nel mondo. Ho sempre detto che chi tifa Napoli non può volere il male della propria città. Si tifa Napoli perché rappresenta noi stessi, la nostra civiltà antica e nobile, la nostra accoglienza, la nostra spontaneità. Chi colpisce quotidianamente l'immagine della vecchia cara Partenope è pregato di tifare Juve, Inter, Milan o Canicattì. Ad essere di merda non è la città, cara Ylenia. Lo è solo certa gentaglia.
Fonte: Antonello Perillo per Azzurrissimo.it
