Autore Topic: Politica Italiana  (Letto 544094 volte)  Share 

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline SalvyTheCrow

  • *
  • Registrazione: Lug 2010
  • Post: 24514
  • Sesso: Maschio
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5580 il: 21 Febbraio, 2014, 20:10:50 pm »
è stata ufficializzata la squadra di Renzi:


    Graziano Delrio sarà sottosegretario presidenza del Consiglio
    Economia - Pier Carlo Padoan
    Interno - Angelino Alfano (Ncd)
    Affari esteri - Federica Mogherini (Pd)
    Giustizia - Andrea Orlando (Pd)
    Difesa - Roberta Pinotti (Pd)
    Sviluppo economico - Federica Guidi
    Infrastrutture e trasporti - Maurizio Lupi (Ncd)
    Salute - Beatrice Lorenzin (Ncd)
    Politiche agricole - Maurizio Martina (Pd)
    Ambiente - Gianluca Galletti (Udc)
    Lavoro e politiche sociali - Giuliano Poletti
    Istruzione, università e ricerca - Stefania Giannini (Sc)
    Beni e attività culturali - Dario Franceschini (Pd)
    Riforme e rapporti col Parlamento - Maria Elena Boschi (Pd)
    Semplificazione e P.a. - Marianna Madia (Pd)
    Affari regionali - Maria Carmela Lanzetta (Pd).
sii sempre la star della freva altrui.
Ma vergognati, schiavo sudista che non sei altro!

Offline TOTORE-RASTAMAN

  • *
  • Registrazione: Ott 2013
  • Post: 9142
  • Località: Ricottaland
  • Sesso: Maschio
  • Maradona è megl e pelè
    • Vieni a farti un giro nel mio SoundCloud :look:
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5581 il: 21 Febbraio, 2014, 20:13:28 pm »
:ok:  come da postilla qui sopra, ti do anche ragione e ti faccio notare che comunque c'è di peggio
Fosse per me le rendite finanziare le tasserei non alla fonte ma semplicemente le farei rientrare nel cumulo per l'irpef.

Offline Rage

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 5207
  • Località: Derby (UK)
  • Sesso: Maschio
  • raggia
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5582 il: 22 Febbraio, 2014, 12:32:11 pm »
http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-26261322

Facciamo conto che io sto all'Estero, no. Guardo l'Italia da fuori e non ho visto il video Renzi-Grillo per intero.
Mi leggo l'articolo della BBC.

Che idea mi faccio?
Che Renzi si allea con Berlusconi e che Grillo "bastona" chi ha rovinato l'Italia.

E invece no. Ci leggiamo l'Unità. "Grillo affonda in streaming", o Il giornale "Grillo si sputtana in diretta streaming".

Ma mi faccia il piacere! (cit.)


Siamo merde e sempre più merda stiamo diventando.

Io devo sentirmi dire da sti inglesi di merda che ingegneria senza frontiere devono venirlo a fare in Italia. Perchè nun valimm nu cazzo. E io devo ingoiare sfaccimma. Siamo delle merde.
« Ultima modifica: 22 Febbraio, 2014, 12:35:20 pm da Rage »
Uà, a leggere a vuje pare quasi che uno deve avere una chiamata dal padreterno vestito da Piero Pelù "Vuaaaaaai a ingegnueeeeria!".   Nella diatriba tifo per Rage che [...] all'epoca della discussione della triennale, jette con il capello scuncecato, l'occhio nickuariano e la barbetta alla Castellitto. Foto che valevano molto più di mille parole su quello che ha passato e sta passanne.  
   :look:

Leif Erikson

Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5583 il: 22 Febbraio, 2014, 13:00:16 pm »
ancora con l'estero. ma chi sfaccimma se ne fotte, ma che sono la bibbia ?

Offline kowalski

  • *
  • Registrazione: Feb 2011
  • Post: 4979
  • Località: Naples, Florida
  • Sesso: Maschio
  • None but the brave
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5584 il: 22 Febbraio, 2014, 14:28:59 pm »
Governo con nomi dal profilo sorprendentemente basso.

Interessante pare però il ministro dell'Economia Padoan, che si è detto favorevole a misure per la crescita, diminuzione della pressione fiscale sul lavoro, patrimoniale...
Polemico ergo sum

Offline GeppiGeppi

  • *
  • Registrazione: Ago 2013
  • Post: 17170
  • Hysaj, djale shqiptar.
R: Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5585 il: 22 Febbraio, 2014, 14:33:43 pm »
Governo con nomi dal profilo sorprendentemente basso.

Interessante pare però il ministro dell'Economia Padoan, che si è detto favorevole a misure per la crescita, diminuzione della pressione fiscale sul lavoro, patrimoniale...

Padoan si rivelerà la più grande sciagura di questa nazione.

Ndё she ulkun e grekun, vrahj grekun e le ulkun. (Proverbio albanese)
[Se vedi il lupo e il greco, uccidi prima il greco e lascia il lupo.]

Offline kowalski

  • *
  • Registrazione: Feb 2011
  • Post: 4979
  • Località: Naples, Florida
  • Sesso: Maschio
  • None but the brave
Re:R: Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5586 il: 22 Febbraio, 2014, 14:38:12 pm »
Padoan si rivelerà la più grande sciagura di questa nazione.

Hai detto niente.  :brr:
Polemico ergo sum

Offline Rage

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 5207
  • Località: Derby (UK)
  • Sesso: Maschio
  • raggia
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5587 il: 22 Febbraio, 2014, 14:38:13 pm »
ancora con l'estero. ma chi sfaccimma se ne fotte, ma che sono la bibbia ?

Io ho la mia opinione, Alfredo. La mia opinione è che per ragioni economiche siamo un paese arretrato.
Perchè si sperpera in pubblica amministrazione invece di investire i soldi altrove.

Quest'è.

E' sì o no un discorso inattaccabile? Almeno questo? Non me ne fotte un cazzo di Grillo.
Uà, a leggere a vuje pare quasi che uno deve avere una chiamata dal padreterno vestito da Piero Pelù "Vuaaaaaai a ingegnueeeeria!".   Nella diatriba tifo per Rage che [...] all'epoca della discussione della triennale, jette con il capello scuncecato, l'occhio nickuariano e la barbetta alla Castellitto. Foto che valevano molto più di mille parole su quello che ha passato e sta passanne.  
   :look:

Offline Genny Fenny

  • *
  • Registrazione: Apr 2011
  • Post: 21965
  • Voglia di Partenope
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5588 il: 22 Febbraio, 2014, 14:57:45 pm »
http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-26261322

Facciamo conto che io sto all'Estero, no. Guardo l'Italia da fuori e non ho visto il video Renzi-Grillo per intero.
Mi leggo l'articolo della BBC.

Che idea mi faccio?
Che Renzi si allea con Berlusconi e che Grillo "bastona" chi ha rovinato l'Italia.

E invece no. Ci leggiamo l'Unità. "Grillo affonda in streaming", o Il giornale "Grillo si sputtana in diretta streaming".

Ma mi faccia il piacere! (cit.)


Siamo merde e sempre più merda stiamo diventando.

Io devo sentirmi dire da sti inglesi di merda che ingegneria senza frontiere devono venirlo a fare in Italia. Perchè nun valimm nu cazzo. E io devo ingoiare sfaccimma. Siamo delle merde.



Lungi da me difendere la stampa italiana, ma Grillo è lambast-ato  :asd: duramente ed unanimemente all'estero, per ovvie ragioni, molto più che in Italia e soprattutto nei paesi anglosassoni (e dovresti saperlo bene).
Ora mi sembra ridicolo da parte sua prendere il titolo di BBC News (l'articolo ha un taglio molto più asettico ed equilibrato) e confrontarlo con quelli di due testate nostrane politicamente schierate.
Mi sembra pure ridicolo che lui dileggi la stampa italiana, quando è un mostro conclamato di disinformazione, anche su terreni epistemici in cui è molto facile essere smentiti dall'evidenza dei fatti.
 
A me poi mi pare che l'incontro con Renzi non possa avere in nessun modo una lettura politica favorevole a Grillo, perché semplicemente non siede al tavolo e la sua intemperanza, che cuniscimme, non è manco più digerita dalla base elettorale.
La faccenda vede Grillo vincitore tutt'al più sul terreno della comunicazione scorretta e della jastemma, anche se probabilmente è stato limitato anche nel campo dell'insulto a cafonazzo.
Da osservatore mi pare che i suoi contenuti -anti siano stati sviliti fino a farli apparire nudi e patetici, sebbene Renzi abbia fatto un paio di uscite terribili (la gente che sta male, il paese reale ecc.).

Venendo a noi, a differenza di Geppi non credo che si interverrà aumentando il gettito fiscale, tutt'altro, ma che il pegno da pagare al governo calato dall'alto questa volta sarà la totale e definitiva disgregazione/sventramento dei diritti dei lavoratori. Renzi è lì per questo.

Offline Rage

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 5207
  • Località: Derby (UK)
  • Sesso: Maschio
  • raggia
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5589 il: 22 Febbraio, 2014, 15:06:29 pm »
Per me qua non si argomenta Grillo. Si cerca solo di minimizzarlo/ridicolizzarlo per non contrastarlo con i fatti (ti fa facilmente fuori),

Fiorè ti sembrerà pure ridicolo. Ma ormai ci siamo arresi al fatto che le nostre testate siano TUTTE politicamente schierate. Il che è assurdo!

Per me non fa ridere, non è ridicolo. E' una verità crudele. A te fa ridere? A me no.

Poi, ti ripeto. A me interessa solo essere obiettivo. Che qualche testata estera (quale mi citi?) mi parla male del Movimento perchè cozza contro economico-politici chiari mi sembra una cosa normale.

Qua* si vuole solamente ridicolizzare un Movimento perchè non si hanno argomenti lampanti e chiari a contrastarlo.

E' come quando hai un calciatore forte di fronte. L'unico modo per rompergli il cazzo è dileggiarlo. Se ti metti a giocare onesto perdi... non so se mi spiego in questi termini...


Edit: *IN ITALIA
« Ultima modifica: 22 Febbraio, 2014, 15:11:31 pm da Rage »
Uà, a leggere a vuje pare quasi che uno deve avere una chiamata dal padreterno vestito da Piero Pelù "Vuaaaaaai a ingegnueeeeria!".   Nella diatriba tifo per Rage che [...] all'epoca della discussione della triennale, jette con il capello scuncecato, l'occhio nickuariano e la barbetta alla Castellitto. Foto che valevano molto più di mille parole su quello che ha passato e sta passanne.  
   :look:

Offline kurz

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 19018
  • Sesso: Maschio
  • IO HO PAGATO E NUN ME FANNO ENTRÀ
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5590 il: 22 Febbraio, 2014, 15:17:33 pm »
qua si vuole ridicolizzare "UN MOVIMENTO" :rofl: perché è ridicolo e ridicolo è chi lo sostene.


poi per piace basta cu stu IN ITALIA non c'è l'informazione, NEL MONDO l'informazione la fa la classe dominante, mi ricordo ancora voi grandi pecoroni sbavare appresso all'ECONOMIST perché diceva che Berlusconi era cattivo, ma mettiteve scuorno.
gesucrì

micoste

Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5591 il: 22 Febbraio, 2014, 15:22:19 pm »

Fatto sta che l'Italia è 57esima, nella classifica della libertà di stampa. CINQUANTASETTESIMA.
E Il giornale, L'unità e monnezza varia farebbero bene ad andarsene a fare in culo.
Detto ciò, detesto Grillo, ma Grillo è arrivato dov'è anche grazie a questa massa di coglioni.

Offline kurz

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 19018
  • Sesso: Maschio
  • IO HO PAGATO E NUN ME FANNO ENTRÀ
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5592 il: 22 Febbraio, 2014, 15:28:15 pm »
Fatto sta che l'Italia è 57esima, nella classifica della libertà di stampa. CINQUANTASETTESIMA.
E Il giornale, L'unità e monnezza varia farebbero bene ad andarsene a fare in culo.
Detto ciò, detesto Grillo, ma Grillo è arrivato dov'è anche grazie a questa massa di coglioni.
la classifica la fa house of freedom, roba ammanicata con la grande borghesia internazionale, roba che se facciamo due tre anni di governo col pd riscaliamo le classifiche a velocità della luce.


Non è più il 2001 non c'è più corrado guzzanti, luttazzi e compagnia che vengono cacciati dalla tv, tenete youtube e siti di "informazione" a montoni, un opionione ve la potete fare pure senza leggere la stampa italiana, che oramai è diventata vero e proprio soggetto politico visto che l'informazione (manco quella faziosa) non la fa più da tempo.
gesucrì

Offline Rage

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 5207
  • Località: Derby (UK)
  • Sesso: Maschio
  • raggia
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5593 il: 22 Febbraio, 2014, 15:33:35 pm »
Ma come si fa a discutere...

Di che colore è il rosso? E' rosso.

Perchè il Movimento è ridicolo? Ma sei scemo? E' ridicolo perchè è ridicolo!

 :maronn:
Uà, a leggere a vuje pare quasi che uno deve avere una chiamata dal padreterno vestito da Piero Pelù "Vuaaaaaai a ingegnueeeeria!".   Nella diatriba tifo per Rage che [...] all'epoca della discussione della triennale, jette con il capello scuncecato, l'occhio nickuariano e la barbetta alla Castellitto. Foto che valevano molto più di mille parole su quello che ha passato e sta passanne.  
   :look:

Leif Erikson

Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5594 il: 22 Febbraio, 2014, 15:37:56 pm »
Mario, noi abbiamo più volte argomentato sui punti deboli di ogni schieramente. Poi se vi menate a fanboys, scusami, ma so pure cazz re vuostr :look:

Offline Rage

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 5207
  • Località: Derby (UK)
  • Sesso: Maschio
  • raggia
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5595 il: 22 Febbraio, 2014, 15:43:06 pm »
Mario, noi abbiamo più volte argomentato sui punti deboli di ogni schieramente. Poi se vi menate a fanboys, scusami, ma so pure cazz re vuostr :look:

No figurati Affrè. Aspettiamo l'ennesima caduta di governo. Intanto iamm sott e ngopp.
Uà, a leggere a vuje pare quasi che uno deve avere una chiamata dal padreterno vestito da Piero Pelù "Vuaaaaaai a ingegnueeeeria!".   Nella diatriba tifo per Rage che [...] all'epoca della discussione della triennale, jette con il capello scuncecato, l'occhio nickuariano e la barbetta alla Castellitto. Foto che valevano molto più di mille parole su quello che ha passato e sta passanne.  
   :look:

Offline SalvyTheCrow

  • *
  • Registrazione: Lug 2010
  • Post: 24514
  • Sesso: Maschio
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5596 il: 22 Febbraio, 2014, 16:31:35 pm »
ma lambast in inglese in senso figurato si usa per dire "rimproverare duramente" e non bastonare che è solo per senso fisico.

lambast - (used with object) beat with a cane

lambast - censure severely or angrily; "The mother scolded the child for entering a stranger's car"; "The deputy ragged the Prime Minister"; "The customer dressed down the waiter for bringing cold soup"

l'articolo riporta pure i fatti in maniera abbastanza asettica senza dire chi è meglio di chi  :look:
sii sempre la star della freva altrui.
Ma vergognati, schiavo sudista che non sei altro!

Offline Vino a Tavola

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 18595
  • Sesso: Maschio
  • Il Napoli ha attaccato brutto
    • www.parissangennar.com
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5597 il: 22 Febbraio, 2014, 17:30:48 pm »

Venendo a noi, a differenza di Geppi non credo che si interverrà aumentando il gettito fiscale, tutt'altro, ma che il pegno da pagare al governo calato dall'alto questa volta sarà la totale e definitiva disgregazione/sventramento dei diritti dei lavoratori. Renzi è lì per questo.
sarà padella o brace? ti piacerebbe uscissero le quote eh? :ciglia:  farebbe brodo in ogni caso, per lorsignori.

io ho visto  scorrettezza pure da renzi, ma stica. la spettacolarizzazione alla GF è al momento un dato di fatto e amen, comunque non ci perderei troppo tempo sullo show.

è chiaro che molti dei suoi ragazzi farebbero una figura molto migliore, si vede che non li ritengano ancora abbastanza smaliziati per un faccia a faccia con chiacchieroni  della politica o vecchi volponi navigati, o figli di ndrocchia come renzi.


sul m5s mi sembra evidente che non rappresenti nè chissà che pericolo nè quale speranza in quanto non vuole e non può governare; per quello che può fare (opposizione) tanto di cappello, nell'attesa di qualcosa di meglio, quel famoso Godot  :look:



Fiore, commentami questo piuttosto (spero anche che Marcello, Enzo e Gigi ci trovino degli spunti interessanti):


IL MERCATO DEL LAVORO NON ESISTE

In un’economia monetaria positiva, non può esistere una curva di offerta del lavoro, perché guadagnare un salario è un vincolo e non una scelta.” (Alan Parguez)

Ci siamo sempre sentiti dire che il mercato del lavoro necessita di persone preparate, disposte anche ad accettare paghe da fame ed orari impensabili pur di rendere appetibile il proprio curriculum agli occhi dei datori di lavoro.

Abbiamo una buona notizia per voi: il mercato del lavoro non esiste.

 Siamo tutti d’accordo nel dire che durante l’epoca feudale il mercato del lavoro non esistesse: sia la società che la produzione erano organizzati per soddisfare i bisogni delle classi dominanti (solitamente la nobiltà e il clero). La forza lavoro, in questo senso, era necessaria ai bisogni di queste classi: la disoccupazione non esisteva perché ad ognuno veniva assegnato un posto nel sistema produttivo e quindi nella società. Ad esempio, le famiglie contadine utilizzavano tutta la prole per il lavoro nei campi, spesso in condizioni di brutale sfruttamento; non c’era nessuna possibilità peraltro per il figlio del contadino di modificare il proprio status sociale. I diritti acquisiti venivano trasmessi per nascita, così come la sfortuna di appartenere alla classi “inferiori”.

Le rivoluzioni politiche, sociali e industriali dal diciottesimo secolo hanno abbattuto questo ancien régime, sostituendolo con un sistema dove non era più il proprio status sociale a determinare la ricchezza, bensì la propria ricchezza a determinare lo status. La nascita del capitalismo infatti ha permesso a chiunque di ottenere una determinata posizione sociale grazie all’accumulo di una certa quantità di ricchezza. Il nuovo sistema, quindi, può essere visto come una sorta di progresso della civiltà, che non vede più la posizione sociale degli individui essere funzione del loro lignaggio (e perciò la nobiltà è destinata a regnare in quanto scelta da Dio), ma delle scelte individuali delle singole persone.

In quali condizioni, però, siamo in grado di poter accumulare davvero ricchezza a partire da zero? L’economista Frederic S. Lee, in un saggio contenuto all’interno della collana Radical Economics and Labor, mostra come anche all’interno del sistema capitalistico il processo produttivo abbia lo scopo di soddisfare i bisogni delle classi dominanti. La produzione si avvia su decisione delle imprese all’interno di quello che può essere definito come il processo di approvvigionamento sociale: quel processo, cioè, che porta la classe sociale in grado di avviare l’investimento a procurarsi le risorse desiderate. Naturalmente, come insegna Marx, lo scopo del processo produttivo è quello di ottenere più moneta di quanta ne sia stata investita all’inizio, e il capitale di partenza può essere fornito dal sistema bancario oppure dai mercati finanziari.

Anche il governo può avviare processi di investimento al fine di procurarsi le risorse desiderate, e se esso può avvalersi della sovranità monetaria il finanziamento proviene direttamente dalla banca centrale. Le identità macroeconomiche di base, come quella che riguarda i saldi settoriali, ci insegnano che se non si vuole permettere la presenza della spesa pubblica effettuata in deficit dal settore pubblico la domanda finale per i beni prodotti sarà possibile solo se si lascia indebitare il settore privato nazionale o se si punta sulle esportazioni nette. Tutto ciò ricorda tremendamente il caso dell’Eurozona, nella quale l’indebitamento pubblico viene limitato sin dai tempi del trattato di Maastricht ma si incentivano l’indebitamento privato e la necessità di competere per esportare.

Un sistema di questo genere non ha altro scopo se non quello di mantenere e continuare il medesimo processo produttivo; nella stessa maniera in cui la vita biologica non ha altro scopo se non la sua prosecuzione, o in cui le specie animali desiderano essenzialmente la loro riproduzione. L’unica condizione da soddisfare per assicurare la riproduzione del sistema, in questo senso, è che si assicuri la presenza di una domanda finale che vada ad acquistare i beni prodotti; e nel caso in cui non esista, che si crei la domanda stessa.

Di conseguenza, tutte le restanti classi sociali che non possono avvalersi della facoltà di avviare il processo produttivo sono in realtà soggette al vincolo del salario. Esse possono scegliere quale lavoro andare a svolgere, ma non possono scegliere di non lavorare se vogliono restare all’interno del processo di approvvigionamento sociale.

Inoltre la decisione in merito a cosa, come e quanto produrre è prerogativa dei due soli soggetti che possono avviare il processo produttivo, ovvero il governo e il sistema delle imprese: essi stabiliscono prima di avviare la produzione il livello desiderato di occupazione e di utilizzo del capitale fisso (macchinari e impianti).

In questo senso, per la classe imprenditoriale, i lavoratori sono visti come un mero mezzo di produzione per i beni che dovranno poi essere venduti. Da questo punto di vista il fatto che lo stesso lavoro possa essere svolto da macchine o da persone non fa alcuna differenza: il sistema ha bisogno di produrre ma il “lavoro vivo” gli è necessario solo nella misura in cui non può essere sostituito da macchine. Nelle parole di Zygmunt Bauman riportate dall’Huffington Post:

“Una caratteristica della modernità è la produzione di “persone superflue”: individui tagliati fuori dal processo produttivo che perdono la propria fonte di sussistenza. Il progresso economico consiste nel produrre la stessa quantità di cose che producevamo ieri con una minore quantità di lavoro e a un costo più basso. Chi rimane tagliato fuori diventa una persona superflua. E alle persone superflue, non resta che andarsene, cercando un altrove dove ricostruirsi una vita”.

Lungi dal costituire una libera contrattazione fra domanda e offerta, il mondo del lavoro è tutt’altro che un gioco equo, come afferma Warren Mosler. Alla schiavitù di origine feudale, fondata sul lavoro forzato e la trasmissione dei diritti acquisiti per lignaggio, si sostituisce perciò la schiavitù del vincolo del salario: per il sistema economico si può essere mezzo di produzione o fonte di domanda (le due cose possono coincidere ma non necessariamente), ma nel caso che si perdano entrambe le funzioni, come sta accadendo a chi oggi perde il posto di lavoro, si smette definitivamente di esistere.

Ciò implica che il lavoro, necessario per accedere a una parte della produzione, è solamente funzione della decisione di conseguire profitti e perciò non ha alcuna centralità all’interno del sistema, come invece afferma la teoria del valore marxiana. Grazie al progresso tecnologico, tutti i vincoli alla produzione che imponevano un certo livello di scarsità sono venuti meno e di conseguenza il lavoro non ha più nemmeno il “diritto allo sfruttamento” che poteva essere assicurato dal capitalismo industriale del dopoguerra.

Esistono possibilità di rendere più equo il sistema, permettendo a tutti di accedere alla produzione senza essere costretti alla disoccupazione perenne? La risposta sta nel primo dei due enti che hanno la facoltà di avviare i processi produttivi: è il settore pubblico, che avrebbe la possibilità di creare direttamente dei posti di lavoro finalizzati alla produzione di beni e servizi utili alla comunità. Gli esempi storici di un simile interventismo del settore pubblico non mancano, a partire dal famoso New Deal di Franklin Delano Roosevelt fino ad arrivare al meno famoso ma più recente Plan Jefes y Jefas de Hogar sperimentato in Argentina sulla base delle intuizioni della Teoria della Moneta Moderna. Questi progetti di pianificazione pubblica, volti a raggiungere la piena occupazione, sono sempre stati all’origine di politiche redistributive e hanno spesso portato ad una nuova concezione della gestione dell’economia: una concezione che tenta di porre come obiettivo primario della produzione la soddisfazione generale dei bisogni delle comunità; e non di sperare che la sola produzione dei profitti possa assicurarla.

Ma tutto ciò è possibile soltanto se il sistema monetario a disposizione dei governi è un sistema monetario sovrano: ossia, che il finanziamento della spesa pubblica non sia soggetto a vincoli e che non debba essere elemosinato necessariamente presso i mercati finanziari o estorto alla cittadinanza tramite una tassazione sempre più gravosa. Come spiegato in questo contributo dell’economista Randall Wray, l’euro è però una moneta non sovrana e costringe gli Stati membri a gestire il proprio bilancio proprio “come un buon padre di famiglia”: il pareggio di bilancio, che come abbiamo visto è dannoso in quanto impedisce al settore non-governativo (formato da cittadini ed imprese) di accumulare nuova ricchezza, diventa necessario pena l’insolvibilità del Paese.

Questo sistema monetario configura quindi una condizione di impotenza di quel “contropotere” che può essere il settore pubblico, e perciò organizza un sistema sociale neofeudale, nel quale non è un contesto di liberi ed uguali che decide sul proprio futuro grazie all’imprenditorialità, bensì è un vertice di pochi e ricchissimi che organizza la produzione per i propri scopi costringendo ad una schiavitù sostanziale il 99% della popolazione.

Il filosofo John Dewey affermava che finchè il feudalesimo industriale non verrà rimpiazzato da una democrazia industriale, la politica continuerà ad essere l’ombra proiettata dal grande business sulla società. Nulla di diverso rispetto alla crisi economica che attualmente colpisce l’Europa, gli USA e il mondo intero: non si tratta certamente di un’incidente di percorso, né della inevitabile crisi del sistema, bensì di una scientifica e cosciente pianificazione volta a far sopravvivere e crescere questa forma di neofeudalesimo che impedisce l’affermarsi di una vera democrazia, come sottolineato dall’intervento di osservatori come Democrazia Radical Popolare.

Cercare di comprendere a fondo il sistema, e svelare le mistificazioni con cui i policy maker europei ed internazionali terrorizzano le popolazioni e neutralizzano il dissenso, come le politiche di ricatto imposte al mondo del lavoro, è perciò essenziale.

Giacomo Bracci e Francesco Ruggeri
« Ultima modifica: 22 Febbraio, 2014, 17:39:38 pm da Vino a Tavola »

Offline TOTORE-RASTAMAN

  • *
  • Registrazione: Ott 2013
  • Post: 9142
  • Località: Ricottaland
  • Sesso: Maschio
  • Maradona è megl e pelè
    • Vieni a farti un giro nel mio SoundCloud :look:
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5598 il: 22 Febbraio, 2014, 17:58:41 pm »
sarà padella o brace? ti piacerebbe uscissero le quote eh? :ciglia:  farebbe brodo in ogni caso, per lorsignori.

io ho visto  scorrettezza pure da renzi, ma stica. la spettacolarizzazione alla GF è al momento un dato di fatto e amen, comunque non ci perderei troppo tempo sullo show.

è chiaro che molti dei suoi ragazzi farebbero una figura molto migliore, si vede che non li ritengano ancora abbastanza smaliziati per un faccia a faccia con chiacchieroni  della politica o vecchi volponi navigati, o figli di ndrocchia come renzi.


sul m5s mi sembra evidente che non rappresenti nè chissà che pericolo nè quale speranza in quanto non vuole e non può governare; per quello che può fare (opposizione) tanto di cappello, nell'attesa di qualcosa di meglio, quel famoso Godot  :look:



Fiore, commentami questo piuttosto (spero anche che Marcello, Enzo e Gigi ci trovino degli spunti interessanti):


IL MERCATO DEL LAVORO NON ESISTE

In un’economia monetaria positiva, non può esistere una curva di offerta del lavoro, perché guadagnare un salario è un vincolo e non una scelta.” (Alan Parguez)

Ci siamo sempre sentiti dire che il mercato del lavoro necessita di persone preparate, disposte anche ad accettare paghe da fame ed orari impensabili pur di rendere appetibile il proprio curriculum agli occhi dei datori di lavoro.

Abbiamo una buona notizia per voi: il mercato del lavoro non esiste.

 Siamo tutti d’accordo nel dire che durante l’epoca feudale il mercato del lavoro non esistesse: sia la società che la produzione erano organizzati per soddisfare i bisogni delle classi dominanti (solitamente la nobiltà e il clero). La forza lavoro, in questo senso, era necessaria ai bisogni di queste classi: la disoccupazione non esisteva perché ad ognuno veniva assegnato un posto nel sistema produttivo e quindi nella società. Ad esempio, le famiglie contadine utilizzavano tutta la prole per il lavoro nei campi, spesso in condizioni di brutale sfruttamento; non c’era nessuna possibilità peraltro per il figlio del contadino di modificare il proprio status sociale. I diritti acquisiti venivano trasmessi per nascita, così come la sfortuna di appartenere alla classi “inferiori”.

Le rivoluzioni politiche, sociali e industriali dal diciottesimo secolo hanno abbattuto questo ancien régime, sostituendolo con un sistema dove non era più il proprio status sociale a determinare la ricchezza, bensì la propria ricchezza a determinare lo status. La nascita del capitalismo infatti ha permesso a chiunque di ottenere una determinata posizione sociale grazie all’accumulo di una certa quantità di ricchezza. Il nuovo sistema, quindi, può essere visto come una sorta di progresso della civiltà, che non vede più la posizione sociale degli individui essere funzione del loro lignaggio (e perciò la nobiltà è destinata a regnare in quanto scelta da Dio), ma delle scelte individuali delle singole persone.

In quali condizioni, però, siamo in grado di poter accumulare davvero ricchezza a partire da zero? L’economista Frederic S. Lee, in un saggio contenuto all’interno della collana Radical Economics and Labor, mostra come anche all’interno del sistema capitalistico il processo produttivo abbia lo scopo di soddisfare i bisogni delle classi dominanti. La produzione si avvia su decisione delle imprese all’interno di quello che può essere definito come il processo di approvvigionamento sociale: quel processo, cioè, che porta la classe sociale in grado di avviare l’investimento a procurarsi le risorse desiderate. Naturalmente, come insegna Marx, lo scopo del processo produttivo è quello di ottenere più moneta di quanta ne sia stata investita all’inizio, e il capitale di partenza può essere fornito dal sistema bancario oppure dai mercati finanziari.

Anche il governo può avviare processi di investimento al fine di procurarsi le risorse desiderate, e se esso può avvalersi della sovranità monetaria il finanziamento proviene direttamente dalla banca centrale. Le identità macroeconomiche di base, come quella che riguarda i saldi settoriali, ci insegnano che se non si vuole permettere la presenza della spesa pubblica effettuata in deficit dal settore pubblico la domanda finale per i beni prodotti sarà possibile solo se si lascia indebitare il settore privato nazionale o se si punta sulle esportazioni nette. Tutto ciò ricorda tremendamente il caso dell’Eurozona, nella quale l’indebitamento pubblico viene limitato sin dai tempi del trattato di Maastricht ma si incentivano l’indebitamento privato e la necessità di competere per esportare.

Un sistema di questo genere non ha altro scopo se non quello di mantenere e continuare il medesimo processo produttivo; nella stessa maniera in cui la vita biologica non ha altro scopo se non la sua prosecuzione, o in cui le specie animali desiderano essenzialmente la loro riproduzione. L’unica condizione da soddisfare per assicurare la riproduzione del sistema, in questo senso, è che si assicuri la presenza di una domanda finale che vada ad acquistare i beni prodotti; e nel caso in cui non esista, che si crei la domanda stessa.

Di conseguenza, tutte le restanti classi sociali che non possono avvalersi della facoltà di avviare il processo produttivo sono in realtà soggette al vincolo del salario. Esse possono scegliere quale lavoro andare a svolgere, ma non possono scegliere di non lavorare se vogliono restare all’interno del processo di approvvigionamento sociale.

Inoltre la decisione in merito a cosa, come e quanto produrre è prerogativa dei due soli soggetti che possono avviare il processo produttivo, ovvero il governo e il sistema delle imprese: essi stabiliscono prima di avviare la produzione il livello desiderato di occupazione e di utilizzo del capitale fisso (macchinari e impianti).

In questo senso, per la classe imprenditoriale, i lavoratori sono visti come un mero mezzo di produzione per i beni che dovranno poi essere venduti. Da questo punto di vista il fatto che lo stesso lavoro possa essere svolto da macchine o da persone non fa alcuna differenza: il sistema ha bisogno di produrre ma il “lavoro vivo” gli è necessario solo nella misura in cui non può essere sostituito da macchine. Nelle parole di Zygmunt Bauman riportate dall’Huffington Post:

“Una caratteristica della modernità è la produzione di “persone superflue”: individui tagliati fuori dal processo produttivo che perdono la propria fonte di sussistenza. Il progresso economico consiste nel produrre la stessa quantità di cose che producevamo ieri con una minore quantità di lavoro e a un costo più basso. Chi rimane tagliato fuori diventa una persona superflua. E alle persone superflue, non resta che andarsene, cercando un altrove dove ricostruirsi una vita”.

Lungi dal costituire una libera contrattazione fra domanda e offerta, il mondo del lavoro è tutt’altro che un gioco equo, come afferma Warren Mosler. Alla schiavitù di origine feudale, fondata sul lavoro forzato e la trasmissione dei diritti acquisiti per lignaggio, si sostituisce perciò la schiavitù del vincolo del salario: per il sistema economico si può essere mezzo di produzione o fonte di domanda (le due cose possono coincidere ma non necessariamente), ma nel caso che si perdano entrambe le funzioni, come sta accadendo a chi oggi perde il posto di lavoro, si smette definitivamente di esistere.

Ciò implica che il lavoro, necessario per accedere a una parte della produzione, è solamente funzione della decisione di conseguire profitti e perciò non ha alcuna centralità all’interno del sistema, come invece afferma la teoria del valore marxiana. Grazie al progresso tecnologico, tutti i vincoli alla produzione che imponevano un certo livello di scarsità sono venuti meno e di conseguenza il lavoro non ha più nemmeno il “diritto allo sfruttamento” che poteva essere assicurato dal capitalismo industriale del dopoguerra.

Esistono possibilità di rendere più equo il sistema, permettendo a tutti di accedere alla produzione senza essere costretti alla disoccupazione perenne? La risposta sta nel primo dei due enti che hanno la facoltà di avviare i processi produttivi: è il settore pubblico, che avrebbe la possibilità di creare direttamente dei posti di lavoro finalizzati alla produzione di beni e servizi utili alla comunità. Gli esempi storici di un simile interventismo del settore pubblico non mancano, a partire dal famoso New Deal di Franklin Delano Roosevelt fino ad arrivare al meno famoso ma più recente Plan Jefes y Jefas de Hogar sperimentato in Argentina sulla base delle intuizioni della Teoria della Moneta Moderna. Questi progetti di pianificazione pubblica, volti a raggiungere la piena occupazione, sono sempre stati all’origine di politiche redistributive e hanno spesso portato ad una nuova concezione della gestione dell’economia: una concezione che tenta di porre come obiettivo primario della produzione la soddisfazione generale dei bisogni delle comunità; e non di sperare che la sola produzione dei profitti possa assicurarla.

Ma tutto ciò è possibile soltanto se il sistema monetario a disposizione dei governi è un sistema monetario sovrano: ossia, che il finanziamento della spesa pubblica non sia soggetto a vincoli e che non debba essere elemosinato necessariamente presso i mercati finanziari o estorto alla cittadinanza tramite una tassazione sempre più gravosa. Come spiegato in questo contributo dell’economista Randall Wray, l’euro è però una moneta non sovrana e costringe gli Stati membri a gestire il proprio bilancio proprio “come un buon padre di famiglia”: il pareggio di bilancio, che come abbiamo visto è dannoso in quanto impedisce al settore non-governativo (formato da cittadini ed imprese) di accumulare nuova ricchezza, diventa necessario pena l’insolvibilità del Paese.

Questo sistema monetario configura quindi una condizione di impotenza di quel “contropotere” che può essere il settore pubblico, e perciò organizza un sistema sociale neofeudale, nel quale non è un contesto di liberi ed uguali che decide sul proprio futuro grazie all’imprenditorialità, bensì è un vertice di pochi e ricchissimi che organizza la produzione per i propri scopi costringendo ad una schiavitù sostanziale il 99% della popolazione.

Il filosofo John Dewey affermava che finchè il feudalesimo industriale non verrà rimpiazzato da una democrazia industriale, la politica continuerà ad essere l’ombra proiettata dal grande business sulla società. Nulla di diverso rispetto alla crisi economica che attualmente colpisce l’Europa, gli USA e il mondo intero: non si tratta certamente di un’incidente di percorso, né della inevitabile crisi del sistema, bensì di una scientifica e cosciente pianificazione volta a far sopravvivere e crescere questa forma di neofeudalesimo che impedisce l’affermarsi di una vera democrazia, come sottolineato dall’intervento di osservatori come Democrazia Radical Popolare.

Cercare di comprendere a fondo il sistema, e svelare le mistificazioni con cui i policy maker europei ed internazionali terrorizzano le popolazioni e neutralizzano il dissenso, come le politiche di ricatto imposte al mondo del lavoro, è perciò essenziale.

Giacomo Bracci e Francesco Ruggeri

Basta arrivare al 24esimo capitolo del primo libro del capitale per leggere lo stesso concetto...... :asd:

Offline Vino a Tavola

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 18595
  • Sesso: Maschio
  • Il Napoli ha attaccato brutto
    • www.parissangennar.com
Re:Politica Italiana [Governo Renzi]
« Risposta #5599 il: 22 Febbraio, 2014, 18:03:16 pm »
Basta arrivare al 24esimo capitolo del primo libro del capitale per leggere lo stesso concetto...... :asd:
non so se l'hai letto tutto , comunque ad un certo punto si riallaccia (OVVIAMENTE) a Marx per poi discostarsene, per questo è interessante, e poi entra nel merito dell'euro...