paradossi, cos...

Alfrè, l'esame di diritto costituzionale credo l'abbiamo fatto in parecchi.
Bene. E proprio perchè l'abbiamo fatto in parecchi non riesco a capire come si possa paragonare un non rispetto della prassi (che non è regola) costituzionale, cioè del fatto che non si sia andati in parlamento a riferire della crisi, prassi nata in tempi recenti poi, inizio anni '90 (a memoria credo sia stato Ciampi il primo a riferire in tal senso) con l'instaurazione di una feroce dittatura dovuta al fatto che al tempo ci fosse una costituzione permissiva e modificabile tramite legge ordinaria.
Penso che sia un poco una reductio ad Hitlerum o come cazz si dice.
Per rispondere a Gianmarco, e ribadendo il concetto (che non è mio, ma dottrinale), il problema è un altro ed è racchiuso nella forma di Governo.
Per l'ultima volta: l'Italia negli ultimi venti anni si è spostata verso un parlamentarismo con coalizioni pre-elettorali, bipolare o quasi, in cui prima delle elezioni già si conoscevano i potenziali presidenti del Consiglio.
Prima non era così, si votava il partito, si andava in Parlamento e lì si vedeva il da farsi con accordi ed accordini (e di qui i vari manuali Cencelli, le manovre di palazzo e le esclusioni delle aree estremiste, nella cd. conventio ad excludendum).
Riassumendo, quindi, da una parte la coalizione si forma prima...dall'altra dopo le elezioni.
Ma queste sono cose che sappiamo tutti: il punto è nel capire che questa interpretazione è diritto costituzionale eccome.
Perché le persone sono andate a votare Bersani l'anno scorso, agendo in una determinata dinamica costituzionale, e l'intero giocattolo è stato legittimato in questa maniera.
E che la Costituzione formalmente non si opponga a questa manovra Renziana (o Lettiana, o Montiana o Amatiana II, o D'Alemiana o Diniana andando a ritroso) è una condizione necessaria ma non sufficiente perché:
- la Costituzione sul Governo ha maglie larghe come non mai, definendone solo le questioni riguardanti fiducia, nomina formale e poc'altro;
- la Costituzione è una legge (LA legge fondamentale) e come tale, in decisioni di diritto pubblico, va interpretata, interpretata come inquadrabile in un sistema di accordi pre-elettorali, quel diritto costituzionale non scritto e che risulta forse più valido delle disposizioni citate vuotamente;
- la Costituzione non si opporrebbe nemmeno al caso contrario, cioè lo scioglimento anticipato.
Ed è questo che è stato contestato a Scalfaro prima ed a Napolitano poi (che dovrebbero essere la bilancia del diritto vivente costituzionale italiano, ed invece ci sputano sopra), la difesa di forme istituzionali non più compatibili con la realtà del Paese.
E se per Letta e Monti si poteva trovare un briciolo di validità in quanto governi del Presidente in situazioni di assoluta necessità, istituzionale (la legge elettorale) nel primo caso ed economica (lo spread) nel secondo, qui siamo davanti ad un soggetto che, neoeletto segretario, decide di far cadere un Governo del proprio partito per dar seguito a riforme costituzionali (ma ancora? ma veramente?) di cui lui sarà l'autore, basandosi poi sulle medesime forze politiche del suo predecessore.
E tra l'altro sommando le cariche di segretario di partito e presidente del consiglio come solo Bersani prima di adesso, con la differenza che Bersani non è diventato PdC (magari per allora si sarebbe dimesso) ed in una situazione in cui, appunto in virtù di quella forma di governo con coalizioni pre elettorali, la carica di segretario legittimava quella di leader della coalizione e papabile presidente del Consiglio.
Poi che gli italiani formalmente non nominino il Presidente del Consiglio è pleonastico. Nemmeno gli inglesi nominano il Premier, formalmente lo fa la Regina. Persino gli statunitensi non eleggono direttamente il Presidente USA, lo fanno i grandi elettori.
La differenza la fa la forma di Governo. E sulla forma di Governo Renzi, Napolitano e compagnia bella hanno allegramente pisciato, e dunque sulla Costituzione intesa come norma e non come documento. Al di là delle non incompatibilità con la Carta dal punto di vista meramente formale.
Scusate il papiello.
@Diobrando: si, avevo capito.

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