Io ebbi a che fare con uno zingaro. Si chiamava Mario e frequentò con me per qualche mese la quinta M della scuola elementare Guglielmo Marconi.
Sapete, aveva 18 anni ed era quel che si dice un gigante buono. Grande e grosso e dai modi pacati, evidentemente troppo buono guaglione per sbarcare il lunario arrubbando, così i genitori decisero di mandarlo a scuola. La maestra Filomena lo mise vicino a me, perché diceva che io lo dovevo aiutare con le lezioni.
Ci volevamo bene, io lo aiutavo a studiare e lui mi procurava le schede telefoniche dei calciatori (avete presente la serie con Nakata, Veron, Heinrich, Bieroff ecc.?). Era assai checazz perché non aveva padronanza della lingua ed una volta suscitò l'ilarità generale quando gli si scassò la seggia, e si alzò brandendola in mano e disse: "Maestra, la sedia è dotta".
Le mie maestre avevano la mala crianza di pigliare a buffi i ragazzini che si applicavano poco (con il consenso dei genitori), così una volta quella di matematica diede uno schiaffo a Mario. Mario si alzò e le "dompette" la sedia nguollo. Da quel giorno non l'ho più visto.
