questa è una posizione stupida. Per quanto possa o meno avere torto Travaglio, Grasso non da il buon esempio nè come carica istituzionale nè come ex magistrato. Se uno pensa di aver ricevuto ingiuria, querela per diffamazione, ancor di più per i motivi di cui sopra. Considerando che non è la prima volta che gli si rivolgono queste accuse, in primis proprio Travaglio, e che ha sempre minacciato querele mai pervenute, come anche nel caso di Caselli, Ingroia o Salvatore Borsellino, invece di sfidare a singolar tenzone dove pare a lui, perchè ora c'è in ballo qualcosa di più della presidenza del Senato, avrebbe fatto tanto meglio a querelare. I giudici gli avrebbero dato ragione e costretto Travaglio a pubbliche scuse. O lui stesso non ha fiducia nell'azione giudiziaria in tal senso? Sarebbe un paradosso ed un gaffe notevole.
Non pretendo di darti certo lezioni in tema di stupidità, sulla quale certamente ne saprai più di me, mi limito a osservare che una figura pubblica, istituzionale, che chiede di poter offrire un chiarimento pubblico, che gli venga offerta l'occasione di dire la propria su vicende delicate, rappresenta una occasione da cogliere al volo a garanzia di tutti i cittadini. Una cosa sono le cose scritte nei libri, che non necessariamente tutti hanno letto, una cosa l'uso dello strumento televisivo, infinitamente più potente.
La querela è uno strumento arcaico e assolutamente inadeguato come risposta ad accuse diffamatorie, i politici che se ne sono avvalsi sono sempre stati fortemente criticati, e difficilmente l'informazione dà conto della conclusione di un processo di questo tipo.
Quindi magari si ottiene un risarcimento economico, ma le accuse diffamatorie restano nell'aria. Lo stesso Travaglio è stato più volte condannato per diffamazione, ma fino a quando non è stato Berlusconi a rinfacciarglielo in tv, nulla se ne sapeva, e di certo l'effetto delle accuse lanciate non è stato certo annullato.
Inoltre penso che un tribunale abbia una certa difficoltà a verificare la veridicità di affermazioni come quella secondo cui Grasso avrebbe cacciato dalla Procura di Palermo i giudici che indagavano su politica e mafia. Sono temi sui quali facilmente si possono dare versioni contrapposte, sui quali penso sia più interessante conoscere per esteso gli argomenti di Travaglio e le relative risposte di Grasso.
Mi stupisce che Travaglio sia quello che pone difficoltà, distinguo e condizioni a un confronto dove anche le informazioni che lui ritiene di aver raccolto potrebbero trovare una notevole cassa di risonanza.