ho seguito da osservatore questo elezioni, spesso distaccato e infastidito. Non ho votato neanche questa volta, non credendo affatto nella democrazia per delega. Un osservazione però sul fenomeno Grillo mi piacerebbe farla. Chi lo denigra lo appella come qualunquista rifacendosi alla figura ambigua del puteolano Giannini e al suo fronte dell'uomo qualunque. Altri riconducono il Movimento 5 stelle nel solco della partecipazione politica di protesta molto in stile Lega Nord. Nel primo caso un elemento di congiunzione tra il comico e il giornalista puteolano risiede nel personale background di entrambi, ovvero personaggi non collusi almeno apparentemente e pubblicamente con la politica. Uno viene dal mondo dello spettacolo l'altro dal giornalismo e dalla letteratura. Entrambi raccolgono uno sentimento di frustrazione popolare(nel caso di Giannino la sfiducia dopo la guerra e il fascismo, nel caso di Grillo lo stato di indignazione successivo al malgoverno persistente, alla crisi economica e alla critica verso la politica in genere). Oltre questi aspetti non vi sono altre connessioni tra i due fenomeni. Alla Lega il movimento dei grillini è affine per il voto di protesta e per il carattere localistico dell'aggregazione. La lega ha come riferimento un luogo geografico specifico, il nord, la sua popolazione e la questione settentrionale. Grillo ha come riferimento un luogo virtuale ovvero il web e la sua massa di utenti. Entrambi i movimenti raccolgono la disillusione del movimento operaistico abbandonato dai partiti di riferimento e dai sindacati, anche se nel caso di Grillo la composizione del suo elettorato è più variegata ma raccoglie consensi in quello strato sociale vicino alla sinistra o a ciò che le è più simile. Se il movimento dei Grillini fosse solo questo non sarei preoccupato. Ma è di più e di peggio ovviamente, in quanto ha molte cose in comune con altri due partiti che hanno segnato la storia Italiana. Il PNF di Mussolini e Forza Italia di Berlusconi.
Tutti e tre si insinuano nel solco di una crisi economica forte(il Pnf nella crisi economica post-prima guerra, Forza Italia in quella dei pima anni '90 con la recessione, la svalutazione della lira, i governi tecnici, la caduta del muro, Grillo nella crisi economica attuale e in quella conseguente politica). Tutti e tre nascono sulle ceneri della crisi dei movimenti operaistici e dei partiti di sinistra in generale. Tutti e tre realizzano quel che Socrate nel Simposio diceva parlando di Alcibiade, tiranno Ateniese, riguardo alla degenerazione della democrazia. Il filosofo faceva riferimento alla nascita della tirannide nel solco di un sistema democratico che lui definiva "lo schiacciamento della Democrazia sulla personalità".
E difatti tutti e tre i movimenti hanno un capo, nascono intorno ad esso, esistono di esso e sopravvivono attraverso il culto della personalità. Entrambi si collocano alla fine della crisi della democrazia rappresentativa.
Tutti e tre utilizzano un media. La finestra fisica o il balcone di piazza venezia, la finestra televisiva di Berlusconi, la finestra virtuale del web da cui parla Grillo. Tutti e tre sono personaggi costruiti, programmati. Ogni loro azione è sottoposta al vaglio di esperti di comunicazione(l'apparato fascista si era munito dei massimi esperti della comunicazione dell'epoca, iniziando il percorso di massmedianizzazione della politica attraverso la tecnologia e la propaganda). Dietro Berlusconi c'è un intero apparato di esperti del settore, laddove il buon Grillo, che viene dal mondo dello spettacolo, ha come consulente un editore esperto.
Tutti e tre sono considerati dal loro elottorato diversi rispetto alla classe politica che li ha preceduti. Sono nuovi, puri, innocenti politicamente parlando.
Se Grillo e il suo movimento fossero stati prodotti da un semplice moto di protesta in stile Lega o Giannini non avrebbero conseguito un impatto elettorale così potente.