Ma non è nemmeno laureato? 
ah te ne sei accorto ora? Lo ha detto da Mentana giorni fa. Sinceramente lo hanno linciato e mi dispiace. Però lo condanno più per il dubbio che con quei finti titoli, abbia avuto magari dei vantaggi, che per il non averli in se... Il giornalista per me non deve per forza avere la laurea, mi basta che sappia scrivere in buon italiano e che perlomeno approfondisca gli argomenti che affronta... Certo se parla di economia e ha una laurea, tanto meglio...
A quanto pare no. Si iscrisse a giurisprudenza e iniziò a studiare diritto ed economia da autodidatta. Poi giornalista. Rivendica però d'esser stato uno studente eccellente ai tempi del liceo classico, diplomato con il massimo dei voti. 
Molti avevano dimenticato che costui era pappa e ciccia con Berlusconi, peraltro collaboratore de Il foglio e Il giornale. Ora, con questa vicenda, torna inesorabilmente a sé, colpevole di difetto di merito e della menzogna su cui puntava il dito. La sua è una parabola che si fa raccontare con il gusto e la solennità dell'esempio, nu poco come le strunzate che diceva lui (ed è meraviglioso che questo per puro gusto di narrazione si inventava aneddoti sullo Zecchino d'oro o su incontri mai avvenuti con premi nobel durante presunti master).
In fondo però Giannino è un uomo simpatico e non è certo un coglione, e mi duole sapere che ora com'è, retrocesso a semplice diplomato, può essere secondo la teoria diobrandiana un degno interlocutore sui fatti di economia, storia e politica solo per n-buonin, Dimonios e Diluvio. 
come ho detto per me se uno approfondisce da giornalista può anche parlarne... ne parla Grillo da comico e dice delle castronate assurde, tipo quelle sull'euro... Ma le teorie diobrandiane partono dall'assunto che se uno la materia l'ha studiata all'università, con profitto, ha avuto sia i mezzi che gli esami per testare la propria preparazione, nonchè si presuppone che se uno si laurea prosegue la carriera nell'ambito, generalmente, quindi lavorando costantemente sulla materia di competenza... Soprattutto se in ambito accademico. Quindi la teoria diobrandiana dice: parla pure, leggi che fa bene, ma tra il completo autodidatta e uno con la carriera accademica in corso, tendo a dar credito più al secondo... Anche perchè se sei da autodidatta di uguale autorevolezza, hai avuto il tempo di studiare quanto un laureato... Allora perchè non laurearsi?