Ci sarebbe anche da riflettere su sti maronn e DPCM. Ma é mai possibile che esista un’atto nel nostro ordinamento ca NU Po esser discusso da nessuno in parlamento, in tribunale dal presidente della repubblica? Cioè la facilità con la quale in un paio d’ore si decide di chiudere mezzo paese é sconcertante.
è un discorso molto complesso e la risposta sarà lunga.
Se parliamo di limitazioni della libertà di circolazione e di iniziativa economica privata (16 e 41 Cost.) in teoria si può fare.
L'impianto giuridico che ha messo su il Governo è il seguente.
La Costituzione afferma:
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Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza;
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La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
Vista così, prima facie, sembrerebbe che non si possa incidere su queste due libertà con una fonte gerarchicamente secondaria quale un'ordinanza contingibile e urgente della regione o un dpcm, regolamento dell'esecutivo.
In realtà, quando il costituente utilizza questa formula "vaga" è perché introduce una riserva di legge relativa, ossia la possibilità che nella normazione della materia concorra una fonte secondaria "di dettaglio" che trae legittimazione dalla fonte primaria "di principio".
Le ordinanze contingibili e urgenti della Giunta Regionale, inoltre, sono qualificate anche dalla legge 833/78 (che quindi funge da cappello) in materia sanitaria.
A me onestamente pare una ricostruzione non campata in aria ma non credibilissima, perché nel concreto sarà la fonte secondaria a restringere le libertà costituzionali, stante una formula molto vaga adottata nella "legge-quadro", e cioè un decreto legge convertito.
Penso che siamo al di fuori sia della stretta esecuzione che della integrazione o attuazione di cui all'art.17 l.400/88 con cui si qualificano i regolamenti, un coordinamento reale tra principio e dettaglio sarebbe più opportuno se CON LEGGE O ATTO AVENTE FORZA DI LEGGE si disciplinasse la chiusura delle attività economiche e la riduzione della libertà di circolazione, poi con FONTE SECONDARIA REGIONALE si puntualizzassero le modalità di chiusure, in conformità anche all'art.117 cost. che identifica la salute come materia di competenza concorrente stato/regione e la cui potestà regolamentare spetta proprio alla regione stessa.
Inoltre, la Costituzione in "casi di necessità e urgenza" prevede uno strumento apposito che non è il DPCM ma il decreto legge(con tutte le garanzie che comporta la conversione parlamentare), invece qui si sta riducendo una questione complessa a un susseguirsi di fonti secondarie che sono lo strumento dei poteri esecutivi e dubito che trovasse il gradimento dei padri costituenti.
Qualche perplessità ce l'ho, e i TAR (non la Corte Costituzionale, a cui non possono essere sottoposti a giudizio i regolamenti) sarebbe il caso che si esprimessero, se interpellati. Mi pare che qualche giudice ordinario abbia già sollevato dei dubbi.
Per quanto riguarda il confinamento, invece, non siamo nell'articolo 16 ma nell'articolo 13 visto che incide direttamente sulle libertà personali imponendo una forma di restrizione quasi parallela agli arresti domiciliari, che viene definita non a caso misura cautelare, coercitiva e custodiale.
Qui la costituzione non lascia adito a perplessità:
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Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
Parliamo di una doppia riserva: ASSOLUTA di legge (cioè non si possono emanare regolamenti) e di giurisdizione.
Perciò onestamente i lockdown, articolo 13 alla mano, non solo non mi paiono ammettere il coinvolgimento della fonte regolamentare (se non, come dice parte della dottrina, in caso di stretta esecuzione) ma vanno pure oltre i limiti previsti dalla Carta Costituzionale.
Già con i coprifuoco siamo al limite.
Sarebbe il caso che una parolina il Presidente della Repubblica la dicesse, perché capisco l'emergenza sanitaria però siamo fuori qualsiasi bilanciamento non solo con le esigenze economiche, fondamentali a una società, ma pure con le libertà fondamentali.
Però se l'unico sussulto del settennato Mattarella l'ha avuto quando si trattava di bloccare la nomina a ministro dell'economia del non gradito all'UE Savona, beh...